Dalla terraferma alla laguna, Palestina libera


Ci sono date che entrano nella storia e il 3 ottobre 2025 è una di quelle: 30 mila persone tra Venezia e Mestre hanno bloccato il ponte della Libertà per esprimere il proprio rifiuto al genocidio in atto in Palestina, denunciare le responsabilità e la complicità dello Stato italiano e chiedere a gran voce la fine di questo orrore.

Due cortei colorati, determinati e rumorosi. Perché di fronte ai tragici eventi, al silenzio complice che vediamo da due anni da parte del governo, non è più possibile restare in silenzio. Due cortei enormi, il primo partito da Venezia con più di cinque mila persone e il secondo dalla stazione di Mestre, composto da oltre 25 mila persone, si sono messi in cammino con l’obiettivo di occupare il ponte della Libertà e bloccare così l’intera città. E così è stato. Una giornata storica, indimenticabile, emozionante.

«Cortei così mai visti negli ultimi venti, trenta anni - mi dice un vecchio compagno di mille battaglie - era dai tempi degli scioperi degli operai del Petrolchimico che non si vedeva tanta gente in strada». E di persone ce n’erano davvero tante. Tanti, tantissimi studenti, le seconde generazioni, e poi docenti, lavoratori e migranti e poi ancora tante famiglie, tanti bambini. Se penso alle persone che conosco fatico a pensare chi oggi non sia stato presente al corteo.

Ci hanno provato a insultare, a mettere paura, a intimidire, a ridicolizzare questa giornata di sciopero generale. Ci ha provato la Meloni con la vecchia e noiosa storia degli scioperi al venerdì come scusa per il “weekend lungo” dimenticandosi che per il lavoratore lo sciopero ha un costo (e di questi tempi spesso è un costo elevato che non tutti possono permettersi) e che per volere del capitale, tantissimi lavoratori non conoscono weekend lunghi, tra turni, notti e liberalizzazione delle aperture.

Ci hanno provato con l’intimidazione dichiarando illegittimo uno sciopero annunciato da tempo e minacciando la precettazione. Ci ha provato Salvini attaccando un diritto inalienabile come quello dello sciopero, minacciando di far pagare i danni ai manifestanti. Tutto inutile: per la seconda volta nel giro di poco meno di due settimane oltre 20 mila persone delle nostre due città hanno manifestato tutto il proprio rifiuto al genocidio in atto in Palestina e il proprio appoggio a quella grande esperienza umanitaria e solidale che è la Global Sumud Flottilla. 

E a proposito, Meloni ha provato ad attaccare pure quella, insinuando che un’iniziativa umanitaria con 460 attivisti provenienti da 45 Paesi diversi fosse stata pensata per attaccare il suo governo. O ancora che non serviva mettersi in quella situazione di rischio, che se volevano portare degli aiuti umanitari bastava dirlo. Come se in questi due anni avessero fatto qualcosa per la popolazione palestinese massacrata e assediata dalla violenza israeliana. Ci ha provato il ministro Tajani a prenderci in giro minimizzando l’intervento, questo si illegittimo, di israele che ha attaccato la Global Sumud Flottilla in acque internazionali. Le parole del ministro «quello che dice il diritto è importante fino ad un certo punto» hanno solo mostrato la complicità e la subordinazione di questo governo con le azioni criminali israeliane.

Tutto inutile, dicevo, la grande mobilitazione del 3 ottobre, ma anche quella dei 22 settembre, ha smascherato tutte le menzogne del governo, mettendo in risalto la complicità con israele (il minuscolo è voluto) e le responsabilità dello stesso con il genocidio in atto. Tutto inutile perché, nonostante tutti gli attacchi le piazze di questi giorni hanno dimostrato un’unità, una determinazione e la disponibilità anche alla radicalità vista raramente. Il 3 ottobre non ce n’è stato bisogno ma, qualora fosse stato necessario, c’è da starne certi che questa piazza non avrebbe esitato a prendersi il diritto a bloccare tutto e a difenderlo unito.

Una giornata storica per Venezia e Mestre, ma anche per l’Italia. I numeri “ufficiali”, quelli che escono sui giornali e che solitamente puntano al ribasso sono incredibili e parlano di oltre due milioni di persone in piazza: 300 mila persone a Roma, 100 mila a Milano e Bologna, 70 mila a Torino, 50 mila a Napoli, Firenze, Padova, 30 mila a Genova e Palermo e via via altre cento città coinvolte in questa grande giornata di mobilitazione che oltre ai numeri ha visto paralizzare l’Italia intera con blocchi di tangenziali, autostrade, porti, aeroporti, treni.

L’equipaggio di terra si è messo in moto e sarà difficile fermarlo. «Una marea umana di 30.000 persone - scrive il Laboratorio Morion dopo questa splendida giornata - due cortei che da Venezia e Mestre si sono ricongiunti su Ponte della Libertà e l’hanno bloccato per ore, come promesso da giorni. Oggi è una giornata di sciopero e di blocco, per la Palestina, contro il governo genocidario di Israele e contro la complicità dei governi occidentali che continuano a sostenerlo. Tutta Italia oggi è scesa in piazza per raccogliere la sfida lanciata dalla Global Sumud Flotilla: di fronte al silenzio e alla complicità delle istituzioni, se nulla si muove saremo noi, persone comuni, a portare la solidarietà attiva, dal mare ai nostri luoghi di vita quotidiani. La mobilitazione continua, ci vediamo domani a Roma, continuiamo a costruire una risposta internazionalista dal basso».

Una forza collettiva che ha spaventato il potere e che, c’è da giurarci, dopo questa giornata non ha nessuna intenzione di fermarsi fino a quando israele non smetterà di massacrare la popolazione palestinese indifesa. Dalla terraferma alla laguna, Palestina libera!
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