El Estadio del Bae

Francesco El Bae Romor era il papà della Curva Sud del VeneziaMestre, ma anche l'anima del Centro Sociale Rivolta di Marghera e dell'Osteria allo Sbirro Morto di cui era ammirato chef.
Correva l'anno 2001, anno di grandi movimenti e di grandi emozioni allo stadio Penzo di Venezia; erano anche gli anni degli Zapatisti, gli indigeni maya che pochi anni prima avevano urlato il loro ¡Ya basta! contro lo sfruttamento e la morte subita dal loro popolo. Francesco si era innamorato di quella bellissima esperienza di lotta e di costruzione dal basso di un altro mondo. Pochi giorni prima che partisse la marcha zapatista del color de la tierra con obiettivo raggiungere Città del Messico, Francesco ci ha lasciato, lasciando un vuoto immenso in tutti coloro che lo conoscevano e lo stimavano.
 
Così gli amici, i fratelli di una vita, si sono ritrovati davanti al melograno, piantato per ricordarlo nel giardino del Rivolta, e hanno lanciato quella folle promessa: "Ti porteremo in Chiapas, dove avresti voluto andare, tra i tuoi e nostri fratelli zapatisti."
 
Nasce così il Progetto El Estadio del Bae: in principio doveva essere la costruzione di uno stadio nella comunità di Guadalupe Tepeyac, appena liberata da sette anni di occupazione militare ma poi, il tempo e soprattutto la cooperazione con l'Associazione Ya Basta! ci hanno fatto rivedere i piani.
Fin da subito in molti si uniscono al cammino, un cammino fatto di valori e di sogni comuni. Fin da subito le iniziative a sostegno del progetto si moltiplicano: cene, concerti, collette, tornei di futbol rebelde, donazioni, lotterie...
Come non ricordare l'eccezionale concerto sold-out degli Ska-P al Rivolta il 21 dicembre 2002, il cui incasso è interamente devoluto al progetto. O la LotteriaZapatista, che per due anni ha premiato con un viaggio in Chiapas il vincitore. O le "sciarpe del Bae" vendute a migliaia in tutta Europa. O ancora, le sei edizioni del Torneo del Bae a Mestre e le varie edizioni del Torneo Bergamasco del Bae.
El Estadio del Bae, non è stato il Maracanà nella Selva ma una grande esperienza di condivisione di lotta, di pensieri ribelli, di costruzione dal basso di solidarietà attiva, di conoscenza e rispetto delle differenze. El Estadio del Bae si è trasformato in un punto di incontro tra culture differenti, legate dal comune desiderio di cambiare il mondo.

Concretamente El Estadio del Bae ha contribuito a sistemare acquedotti, costruire falegnamerie e officine, ristrutturare villaggi dopo gli uragani, distribuire il Café Rebelde Zapatista, sostenere il progetto Agua Para Todos e infine, costruire l'erbolario, la struttura che forma i promotori di salute dell'intero Caracol Hacia la Esperanza, fortemente volute dalle donne de La Realidad.
 

 
Una delle grandi particolarità de El Estadio del Bae è stata quella di unire movimenti, società civile, associazioni, indios zapatisti e ultras. Nel variegato mondo del tifo organizzato di inizio secolo esistevano numerose rivalità che il progetto è riuscito a far superare: le tifoserie di VeneziaMestre, Pisa, Ancona, Bologna, Modena, Empoli, Viareggio, Atalanta, Cosenza, Fasano, Montevarchi, Pistoia, Ternana, Perugia, Sankt Pauli, Wintherthur, Bordeaux, Rapid Vienna, Cremonese, Vicenza, Monaco 1860, sono l'esempio di come anche dove c'è rivalità ci può essere solidarietà, umanità, rispetto.
 
Alcune delle tappe fondamentali del progetto:
2003: inizio dei lavori per la costruzione dell'erbolario a La Realidad.
2005: carovana del Futbol Rebelde e primo Mundial del Futbol Rebelde a San José del Rio, Chiapas.
2007: inaugurazione dell'erbolario.
 

 

Il progetto ha raccolto complessivamente € 98.245,97, di cui € 48.055,07 direttamente alle comunità zapatiste, € 27.500,00 spese per il materiale promozionale, € 7.524,82 per spese di gestione conto, sito ed organizzazione, € 12.150,00 per altri progetti solidali, € 2.257,68 rimborsi spese per viaggi.
Tutto questo senza alcuna sovvenzione pubblica, dal basso, con la forza e la caparbietà di tutti coloro che si sono messi in gioco, si sono spesi, hanno messo qualcosa di loro stessi alla realizzazione di questo sogno.

Questo articolo vuole essere un brevissimo racconto di ciò che è stato El Estadio del Bae, assolutamente parziale perché raccontare oltre dieci anni di esperienza insieme è davvero difficile e soprattutto lungo.

I sogni attraversano gli oceani, te eo gavevimo dito Bae!

Al Comandante Bae