Disertare la guerra de los de arriba


Nemmeno il tempo di togliersi la mascherina che già ci hanno infilato in testa l’elmetto. Di emergenza in emergenza il disegno capitalista di distruzione dell’Umanità prosegue senza tregua con una scia di sangue che al solo pensarci fa tremare di paura e di rabbia.

Se la pandemia ci aveva abituato al freddo saldo giornaliero di vite sacrificate per il nostro imperterrito “capriccio” di proseguire con uno stile di vita devastante per l’Umanità e per il Pianeta, la guerra scoppiata in Ucraina fa un passo ulteriore verso il baratro, invitandoci addirittura a sacrificarci per una non meglio precisata democrazia.

Infatti, di tutti gli aspetti orribili della guerra che abbiamo riscoperto con l’escalation militare in Ucraina, quello che maggiormente mi disgusta e mi preoccupa è l’apologia del militarismo da parte dell’informazione pubblica, con abbondanza di articoli che inneggiano agli eroi che abbandonano affetti e lavoro per “difendere la democrazia”. D’improvviso quindi non parliamo più di “foreign fighters”, da sanzionare in quanto mercenari, ma di patrioti europei pronti a sacrificarsi per l’Europa tutta.

A questi patrioti e a chi li inneggia, va detto chiaro e tondo: Не моим именем. Non in mio nome. Patria e democrazia, mai come in questo momento sono parole vuote che servono solo a farci credere che il nemico è il “cattivo” popolo russo a cui neghiamo addirittura la partecipazione alle gare sportive e l’entrata nei locali. Ma questa, come tutte le guerre neoliberiste, è una guerra tra los de arriba, è una guerra contro l’Umanità e i nostri nemici sono gli Stati, le organizzazioni capitaliste e i loro maggiordomi, come la NATO ma anche come Putin.

Come scrive Global Project in un prezioso editoriale, la crisi ecologica, la pandemia e ora la guerra sono «il terreno in cui il capitalismo sta rigenerando il suo modello di crescita infinita». E a farne le spese, non è la pace nè la democrazia occidentale, bensì le vittime di sempre: los de abajo. Coloro che sono sotto le bombe in Ucraina, coloro che manifestano contro la guerra in Russia e sono perseguitati e arrestati, coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla miseria e dalla fame, coloro che in ogni parte del mondo subiscono la violenza e le disuguaglianze imposte da un sistema economico che ci sta facendo sprofondare verso il baratro.

Chi oggi va in Ucraina a combattere non lo fa per los de abajo ma per una delle tante facce dell’Idra Capitalista. Combatte per il prosieguo di questa guerra contro l’Umanità. Combatte per gli Stati nazione in declino e responsabili coi loro nazionalismi e i loro confini di una delle tante guerre in atto, quella ai migranti. Combatte per chi, approfittando delle nefaste conseguenze della guerra afferma che si deve continuare a devastare il pianeta per l’approvvigionamento energetico. Combatte per chi divide le vittime di questa guerra in chi è meritevole di aiuto e no. Combatte per chi lucra sulla guerra facendo profitti enormi con la vendita di armi che uccidono persone.

Se non vogliamo che più nessuno resti a rendere conto del paesaggio dopo la battaglia come dicono gli zapatisti dobbiamo disertare la guerra, in tutte le sue forme. Disertare l’arruolamento nelle file di qualsiasi tipo di esercito e pretenderne il disarmo immediato; disertare il pensiero che esistano profughi veri e profughi finti; disertare la disuguaglianza che fa vivere nella miseria miliardi persone mentre quattro stronzi si arricchiscono impunemente; disertare la devastazione del Pianeta di tuttə per l’accumulo di ricchezza; disertare la negazione dei diritti e delle libertà civili. Perché questa guerra è solo una parte di una guerra più grande che il sistema capitalista ha dichiarato all’Umanità.

Disertare questo sistema che ci vuole pedine sacrificabili e complici. E costruire giorno dopo giorno un nuovo mondo fatto di accoglienza, fratellanza e rispetto per tutti gli  esseri viventi e per il Pianeta. Proprio come stanno facendo in molti in queste ore in tutto il mondo, protestando contro la guerra e sostenendo i profughi in fuga. Come stanno facendo migliaia di persone che dal basso si stanno organizzando per far pervenire aiuti di ogni tipo alla popolazione sotto alle bombe. Come fa sta facendo la Cooperativa Caracol a Marghera, che ha riaperto il suo Centro di Accoglienza, chiuso da due anni a causa dei decreti Salvini, per accogliere i profughi in fuga dalla guerra. Come stanno facendo i movimenti ambientalisti e indigeni per salvare il Pianeta dalla catastrofe e dall’ipocrisia della “transizione ecologica”. Come stanno facendo, proprio in queste ore, milioni di donne in tutto il mondo manifestando contro il patriarcato. Come sta facendo chi difende i diritti dei lavoratori e dei migranti a un salario e a una vita degna.

Aprire le braccia, accogliere, alzare i pugni al cielo, lottare. Disertare la guerra de los de arriba per fermare la discesa verso l’abisso e costruire un nuovo mondo.

Foto di copertina: manifestazione contro la guerra a Venezia, 2 marzo 2022.






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