Da diciotto anni il 13 febbraio è il giorno del Bae. È il giorno in cui abbiamo perso un fratello, un compagno delle mille battaglie del Rivolta nelle piazze e nelle strade, un amico di mille avventure negli stadi e nei palazzetti d'Italia.
Da diciotto anni il 13 febbraio è il giorno in cui gridiamo ¡Viva la vida, muera la muerte! È il giorno in cui i sogni hanno cominciato a prendere il volo e ad attraversare gli oceani.
Da diciotto anni il 13 febbraio è il giorno in cui gridiamo ¡Viva la vida, muera la muerte! È il giorno in cui i sogni hanno cominciato a prendere il volo e ad attraversare gli oceani.
La storia del Bae non è una storia di morte, non racconta un lutto, non si chiude nel dolore della perdita, non è una storia di rassegnazione.
La storia del Bae è una storia di steccati che vengono abbattuti, di ponti che uniscono, di amicizie che superano le rivalità e di culture che si incontrano e si intrecciano.
La storia del Bae è la storia della nostra comunità, di come abbiamo dato un senso alla morte e sconfitto il dolore, tenendo vivo nel cuore il ricordo di un ragazzo come noi.
Il Bae è qui, oggi, in quei ragazzi che quel 13 febbraio nemmeno erano nati e andando allo stadio intonano cori in suo onore.
Il Bae è qui, oggi, ogni volta che ci schieriamo con chi soffre, ogni volta che i nostri sogni attraversano gli oceani e si trasformano in diritti, giustizia e dignità.
¡Hasta siempre hermano!
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