Operatori sociali o squali di Wall Street?


E io che credevo che lavorando nel "sociale" avrei trovato un ambiente con umanità:

- Genitori di ragazzi con disabilità che si incazzano con i servizi perché osano mettere davanti ai loro figli altri ragazzi con disabilità ma "moldavi de merda";

- Operatori incazzati per i tagli che se la prendono con gli sbarchi dei negri terroristi a Lampedusa, colpevoli dei tagli appunto ("tuti i schei se i magna cuei!");

- Presidenti di associazioni di famiglie che insultano pesantemente ragazzi con disabilità, genitori e dipendenti (tra le altre cose...);

- Truffatori che vendono terapie inutili a cifre scandalose;

- A scuola? Ragazzi con disabilità parcheggiati davanti al computer a guardar cartoni animati o ad ascoltar musica!

- Servizi che accettano queste situazioni perché il minore dei mali;

- Un sistema che usa il disagio o queste situazioni solo ed esclusivamente per far crescer il PIL, facendo passare in secondo piano il benessere della persona con difficoltà e il fatto che, migliore è l'intervento nel presente, minore sarà il peso sociale nel futuro.

Questo non è il minore dei mali, questo è uno schifo ed è inaccettabile che succeda proprio in un settore dove l'umanità, la solidarietà e l'accoglienza dovrebbero essere le virtù ricercate ben prima di ridondanti curriculum privi di sostanza.

Come è inaccettabile e triste constatare la ricerca umana di qualcuno che ha più problemi o è diverso, per giudicarlo inferiore e sfogare le proprie paure, la propria rabbia, la propria frustrazione e la propria miseria.

A questo punto mi sorge un dubbio: ma sto davvero lavorando nel "sociale" o sono in mezzo agli squali assetati di sangue che neanche a Wall Street?

Nuova Vecchia