E questa Storia parla di tifo, di ultras, di movimenti, di migranti, in un melting pot di diritti, di aggregazione, di amicizia, di solidarietà, di accoglienza, di rispetto per le differenze. Ideali e valori da difendere.
È del Comandante Bae che parla questa Storia. E di tutti i suoi fratelli e le sue sorelle, gli amici e i compagni che, insieme a lui, hanno percorso lo stesso cammino e contribuito a costruire questa Storia.
Il Bae ci ha lasciato una grande eredità: portare avanti il nostro modo di agire e il nostro modo di essere. È sempre stato così.
È così ogni volta che sosteniamo il Chiapas in rivolta degli indigeni zapatisti.
È così quando lottiamo contro i CIE e per l’accoglienza degna dei migranti.
È così quando manifestiamo per i diritti civili e contro le discriminazioni.
È così quando parliamo di una cultura sportiva differente, più popolare e più umana.
È così quando diciamo che noi in Curva coi nazisti non ci stiamo e non ci staremo mai.
E che li combatteremo sempre, mettendoci la faccia, senza recriminazioni, senza ipocrisie. Perché con razzisti e nazisti non si discute e non vogliamo averci a che fare. E Neppure il Bae lo vorrebbe.
Ecco, la nostra Storia, da raccontare.
Ecco la tua storia, Francesco.
Da non dimenticare.
¡Bae per sempre!
¡Que viva el Futbol Rebelde!
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