Degli ultras, dell'antirazzismo della domenica e di chi non vuol vedere...


Mi chiedo se e quando apriremo gli occhi sulla questione ultras. L'ennesima prova del "problema del calcio" ci viene da Bologna dove i pericolosissimi ultrà nazi, deficienti eccetera eccetera, hanno lanciato pesanti cori contro i napoletani e addirittura fischiato Caruso di Lucio Dalla! Eh già, ci hanno rovinato la domenica...

Ecco questo più o meno é quello che vede e dice chi si é lasciato travolgere dalla guerra agli ultras e, diciamolo chiaramente, non ha nessuna voglia di capire, perché gli ultras sono antipatici gli ultras e in fondo in fondo pure dei matti! Si matti in effetti lo sono, pazzi d'amore per la propria passione, tanto che molte volte eccedono, fanno pure qualche cazzata...

Ora, prima di parlare in generale dell'antirazzismo e di cosa é diventato negli stadi, vorrei spendere due parole per gli ultras del Bologna. Non per niente, ma parlo di ció che conosco, di chi conosco e francamente sentir dire che sono razzisti o peggio ancor fascisti mi fa incazzare e sorridere allo stesso tempo. Si perché poi ci dimentichiamo che gli ultras del Bologna, come del resto molti altri gruppi, da 15 anni sono in prima fila nell'organizzazione dei Mondiali Antirazzisti, hanno fatto parte animandolo e partecipando al progetto di solidarietà internazionale El Estadio del Bae in Chiapas, sono sempre in prima fila con raccolte fondi o aiuti personali quando succedono catastrofi naturali. Ecco, gli ultras del Bologna, di Bologna, sono anche questo (e probabilmente molto altro), lo sapevate? No, non credo ovviamente, perché nessuno scrive o racconta queste cose. Mi sembra di essere ritornati a 10 anni fa quando si parlava dei barbari degli stadi del ministro scajola...

Passando a questioni più generali, cos'é diventato l'antirazzismo negli stadi? Dunque c'é da fare una premessa: il movimento ultras, in particolare quello italiano, negli ultimi 10 anni soprattutto é stato fortemente attaccato, e ormai direi sconfitto per come lo conoscevamo, dal governo del calcio e non solo. Dico questo perché é evidente che i tempi sono cambiati e che pure il movimento stesso é cambiato sull'onda della repressione che ha subito. Alla luce di ciò che resta del panorama ultras italiano si può dire senza dubbio che é stata estirpata la parte "buona" del mondo ultras, quella che faceva aggregazione senza distinzione alcuna tra giovani, che aveva ideali, che bandiva atti codardi e l'uso di lame, quella che se capitava, tirava pure due schiaffi ma finiva la; quella dei mondiali antirazzisti, dei progetti internazionali, delle raccolte fondi per terremotati o per altre cose particolari. Quella che si batteva principalmente perché il calcio non diventasse ciò che é adesso, solo business, dove conta solo vincere, dove è tutto in vendita, anche i sogni dei tifosi. Dove vince chi ha più soldi e può comprarsi i migliori... arbitri compresi, dove i giocatori per primi, fighetti viziati e ingellati nella stragrande maggioranza dei casi, vendono e comprano partite e sé stessi. Ecco cosa é diventato il calcio, uno sport finto dove vince il più scaltro, dove contano solo gli affari, i dividendi e i risultati.

Ecco perché chi si é opposto a tutto questo, gridandolo a gran voce, é stato spazzato via. Non solo dava fastidio ma proponeva un'altra via, pericolosa per il business, la via di uno sport popolare, più umano, più passionale, dove l'importante non é il risultato ad ogni costo ma metterci l'anima per ottenerlo, insieme, calciatori e tifosi; dove il senso di appartenenza ad una comunità avesse davvero un senso. Tutto questo, dicevo é stato spazzato via perché non fa fare soldi. E chi ha resistito a questa feroce repressione a tutto campo, ne ha risentito, irrigidendo le proprie posizioni.

Nello stesso tempo però, governo del calcio e società hanno avvallato posizioni diciamo... ok, infiltrazioni fasciste nelle curve, perché rientravano perfettamente nell'ottica del nuovo sistema calcio. Se da una parte é sempre stato comodo prendere posizione contro i cori razzisti, dall'altra sono gli stessi gruppi ultras, di destra, che si fanno portavoce delle società in curva con giochi più o meno chiari. Diventano quindi filo-societari, avvalorando le tesi del footballbusiness per ottenere in cambio visibilità politica, proselitismo giovanile, favori personali, soldi (intesi come veri e propri pagamenti da parte delle società o anche coi biglietti o il merchandising); fare in definitiva, politica. Nella migliore delle ipotesi vengono usati; nella peggiore sono collusi.

E se non ci credete, provate a domandare a chi ha vissuto o sta vivendo ancora quel mondo, provate a chiedere della Fossa del Milan o anche più semplicemente degli Ultras Unione. Ecco allora che tutta questa parte del movimento, certo non senza colpe né contraddizioni, é stata sbaragliata da un sistema mafioso, che vede collusi governo del calcio, società, giornalisti, ultras di destra asserviti al sistema. Ognuno ha i propri interessi in questo gioco al massacro. Ognuno ci ricava sempre un tornaconto personale.

Ecco perché mi manda in bestia sentir parlare di razzismo negli stadi, ecco perché mi pare esagerato tutto questo casino sul caso Bologna. Dirigenti, calciatori, commentatori, giornalisti, presidenti onorari, tutti si indignano contro il male del calcio. Ma dov'erano più di dieci anni fa quando dicevamo di stare attenti alle derive neonaziste delle curve? Dov'erano mentre li combattevamo quei nazisti, dov'erano quando proponevamo i valori dell'antirazzismo, buone prassi, solidarietà, accoglienza?

E dove sono adesso quando partiti come la lega o forza nuova inneggiano al mare assassino, alla caccia al "negro", ai violentatori e spacciatori dell'est che ci rubano lavoro? Dove sono quando si parla di CIE, i lager per migranti dove l'unico reato che si riscontra é quello di voler una vita migliore? E ancora, dove sono quando pure in parlamento si attacca perfino un ministro in maniera razzista? Allora, cari antirazzisti della domenica, dove siete???

Ecco. Ecco l'antirazzismo della domenica, quello che si indigna per i buuu al povero Balotelli ma poi gliene frega niente di tutti gli altri poveri cristi. Ecco l'antirazzismo della domenica, quello che serve a far parlar d'altro, a non far vedere lo Sky-fo di business che é diventato il calcio; quello che serve per non parlare di calciopoli per esempio, di come tutti, calciatori in primis, prendano per il culo gli appassionati tutti. E allora io, lezioni di antirazzismo non le accetto da nessuno, perché questo non é certo antirazzismo ma puro e semplice "paraculismo".

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