El sueño rebelde se realizó


Immaginatevi un cielo stellato, la via Lattea, carri e costellazioni varie. Immaginatevi il Caracol de La Realidad, il palco illuminato a festa e mille persone sedute sotto una tettoia ad ascoltare. E immaginatevi di essere lì, sul palco e di poter dire a questi uomini e donne con la dignità ribelle che, grazie fratelli e sorelle zapatisti, grazie per averci permesso di portare Francesco, El Bae, qui da voi, qui dove aveva desiderato essere prima che il triste disegno della vita se lo portasse via. E immaginatevi di poter dire...

Buenas noche a todos y todas

Queridos y queridas hermanos y hermanas de la Selva

Le agradecemos mucho así tanto quanto la distancia que nos dividen. Le agradecemos mucho por su hospitalidad que siempre mostraron. Le agradecemos por la posibilidad que nos dieron por encontrarnos. Le agradecemos por la posibilidad de costruir un proceso de lucha junto a ustedes.

Nosotros, aficionados de el Futbol Rebelde, ve hemos conocidos por la primera vez en el 2001, quando un nuestro compañero, Francesco El Bae, quería partecipar a la Marcha de el Color de la Tierra. Esto su sueño no pudo realizarse por qué nel mismo tiempo se murió. Nosotros aficionados decidimos de seguir su camino hermanandonos con ustedes. Al principio pensamos de cercarnos a ustedes recordando Francesco con la construcción de una cancha de fútbol, pero hablando con todos ustedes aprendimos de otras necesidades y en esas nos comprometimos.

Desde cuatro años en Italia y en Europa, El Estadio del Bae es el hermanamiento de muchos aficionados de fútbol con las comunidades rebeldes zapatistas. Esto proyecto sirvió como instrumento por traer en los estadios de Italia y Europa el conocimiento de la lucha zapatista y muchos se enamoraron de esa.

Por eso decidimos de llegar aquí como representante de muchas ciudades diferente por jugar eso torneo de futbol. Los decidimos non por qué creemos en la competición deportiva, si non simplemente por qué queríamos estar con ustedes y recordar Francesco jugando a futbol. Se dieron cuenta que todavía no sabemos jugar a futbol pero lo importante es estar con ustedes.

Aquí traemos las placas da entregar a cada equipos que partecipò a esto torneo. Esta placa es artesanal hecha en la ciudad de Venecia. Son la misma placas que cada años utilizamos en el torneo del Bae que organizamos junto a muchos equipos de migrantes, compas, mujeres, estudiantes y jóvenes que viven en los barrios. Cada años entregamos las placas a todos los participantes y non solo a los ganadores por qué creemos que la cosa más importante es compartir el mismo camino y non la victoria.

Bueno compañeros y compañeras, aquí estamos y juntos seguimos en la lucha desde la isla de resistencia y rebeldía que siempre crece in nuestra tierra. Agradecemos todos y todas ustedes y también la Asociación Ya Basta que involucró esto enlace.

Que viva la vida y todas la lucha que hay en el mundo.

Red del Futbol Rebelde
Italia, Europa, Planeta Tierra, 2005


Basterebbe questo per capire le emozioni che tutta la Carovana ha provato in questi giorni dove abbiamo giocato a calcio (male...), dove abbiamo conosciuto tante persone come noi, leali, sincere, degne e piene di umanità. E invece no, qui ogni singolo momento è stato pura magia e spiegarlo è difficile. Saranno i profumi intensi, i colori abbaglianti i gesti, i sorrisi della gente o dei bambini...

Al nostro arrivo veniamo subito ricevuti dalla Junta de Buen Gobierno... Gli spieghiamo chi siamo e cosa vogliamo, ma non è che serve molto: sanno chi siamo e perché siamo venuti. Il loro ringraziamento e il loro rispetto per il nostro sforzo di arrivare fin lì ci riempie di gioia. Così gli diamo l'ennesimo contributo, grazie a Silvia, la compagna di Emiliano, che ha voluto donare alla lucha zapatista i contributi raccolti negli stadi italiani per lei e il piccolo Leonardo alla scomparsa di Emiliano pochi mesi fa.

E poi, il giorno dopo, ci trasferiamo a San José del Rio, un piccolo villaggio del Caracol Hacia la Esperanza, dove si giocherà il torneo. In questo piccolo paesino, a due ore circa di cammino da La Realidad e a un'ora circa da Guadalupe, c'è un'importante clinica autonoma. Il campo invece è a dir poco pesante... e molto frequentato da docili animali domestici, galline, cavalli e cani... Buche, piscine e avvallamenti sono gli altri aspetti interessanti de la cancha... Ci guardiamo un pò straniti, qui ci hanno preso sul serio, questo è veramente Futbol Rebelde!

Prima di iniziare il torneo, il rappresentante della Junta ci ringrazia nuovamente per essere arrivati fin lì, poi sul momento si decidono le regole e come si svolgerà il torneo e infine ci schieriamo tutte cinque le squadre in fila a metà campo: qui, tutti insieme, intoniamo l'inno zapatista. Tutto intorno c'è silenzio, rotto solo dalle voci di questi giocatori ribelli. Cade anche la pioggia, fitta, forte, ma nessuno cede di un millimetro, si continua fino alla fine a cantare... e a pensare che, finalmente, caro Francesco sei qui, dove volevi essere, sei qui con noi e con loro, pronto a giocare, a divertirti, a sognare. L'emozione è fortissima, ci sembra di essere nel famoso Maracaná della Selva Lacandona, in mondovisione, al centro del mondo.

E poi via, si inizia. Noi sembriamo ballerini, non ci reggiamo in piedi mentre questi piccoli ribelli corrono come dei maratoneti. E non c'è proprio storia, subiamo gol a grappoli, ma non ci scoraggiamo, anzi l'impegno nostro è a dir poco ammirevole, la voglia di lottare è tanta. Una menzione particolare al nostro portiere, che rende onore alla maglia numero 12 del Bae che indossa: senza di lui i risultati sarebbero stati molto più rotondi...

Ma la cosa più importante è che siamo qua, assieme agli ultimi della terra a dire che Francesco, Emi e tutti noi siamo anche questo. Quelli capaci di fare sacrifici enormi pur di far volare i nostri sogni. Perché non ci stiamo ad essere la parte passiva e disprezzata del mondo del calcio. Eccoli i "barbari degli stadi", i delinquenti e violenti degli stadi. Abbiamo superato l'oceano per far volare i nostri sogni...

Il primo giorno, tre partite, e ovviamente tre sconfitte, pesanti! Il secondo giorno, giochiamo e perdiamo anche l'ultima partita, ma alla fine siamo contenti lo stesso. E infine l'appuntamento è per le premiazioni, nel mezzo dei festeggiamenti per la nascita dei Caracol.

Un saluto, un ringraziamento, un arrivederci. Perché non è finito niente, ci sono tante altre cose che possiamo e vogliamo fare insieme. E non si sa mai che questo non sia solo il Primo Mundial del Futbol Rebelde...

Agosto 2005
Nuova Vecchia